vedi elenco

Progetto

indietrosfoglia elenco avanti

Restauro Partigiana

La Giunta comunale di Venezia, nella seduta odierna, ha approvato, su proposta dell'assessore ai Lavori pubblici di Venezia, Mara Rumiz, il progetto definitivo del restauro del Monumento alla Partigiana - statua di Augusto Murer su basamento di Carlo Scarpa - in Riva dei Partigiani, accanto ai Giardini di Castello, uno dei più importanti punti di riferimento cittadino per le manifestazioni del 25 Aprile, inaugurato nel 1968.
Il progetto, redatto dall'arch. Luciano Gemin, su progettazione preliminare dell'arch. Roberto Benvenuti, della Direzione Progettazione ed esecuzione lavori del Comune, rientra tra le iniziative del Comune nel centenario della nascita di Carlo Scarpa per il recupero, la salvaguardia, la valorizzazione di tre opere di Scarpa nell'area dei Giardini di Castello, di proprietà comunale, e fa seguito a due interventi già conclusi: il restauro del basamento per la statua in terracotta "La Partigiana" di Leoncillo, distrutta da una bomba nel 1961, e il recupero del "Giardino delle sculture", nel Padiglione Italia. Il progetto prevede il ripristino del sistema di galleggiamento del cassone sul quale è posata la statua, caratteristica peculiare dell'opera, e quindi la pulizia e il restauro della statua, e la sistemazione dell'intera area del monumento e di tutti gli elementi di contorno, per un importo complessivo di 370 mila euro, finanziato con fondi della legge speciale per Venezia.
Il Monumento alla Partigiana - In seguito alla distruzione della scultura di Leoncillo, Augusto Murer vinse il concorso per la realizzazione di una nuova statua, un'opera in bronzo in cui l'artista raffigura il corpo di una partigiana steso a terra. Carlo Scarpa immagina che il modo più corretto e spontaneo di osservare l'opera sia quello di posizionarla in un punto più basso rispetto all'osservatore. La soluzione prescelta è quella di realizzare un cassone galleggiante in ferro-cemento con la superficie superiore rivestita in lastre di rame su cui appoggia il bronzo dell'artista in modo da far apparire la statua quasi adagiata sul pelo dell'acqua e renderla così partecipe al suo movimento. Dal bordo della Riva dei Giardini, grazie a una sapiente interruzione nel parapetto in mattoni, il passante può entrare nell'area del monumento: vari pilastri a sezione quadrata in cemento armato sormontati da testate in pietra d'Istria, di altezza diversa e degradanti verso la laguna, consentono all'osservatore di variare continuamente il suo punto di vista. Purtroppo la tecnologia dell'epoca e i materiali non idonei, unitamente all'aumento del moto ondoso, hanno privato l'opera praticamente da subito del galleggiamento, prerogativa indispensabile di quest'opera, che coniuga movimento e staticità.