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Conferenza

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Manlio Brusatin. Arte come Design. Storia di due storie: Carlo Scarpa / Aldo Rossi

Bari, Politecnico di Bari, aula Magna "Attilio Alto", 5 dicembre 2007

Comunicato

POLITECNICO DI BARI
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA – 1a FACOLTÀ DI INGEGNERIA 
a.a. 2007/2008  

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE 
CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA 
CORSO DI LAUREA IN DISEGNO INDUSTRIALE 

 

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E URBANISTICA 
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’INGEGNERIA CIVILE E DELL’ARCHITETTURA 
CORSI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA 
CORSI DI STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA 

Docenti: Prof. Arch. Francesco Moschini, 
Prof. Arch. Gian Paolo Consoli 

incontro con 

MANLIO BRUSATIN 
ARTE COME DESIGN 
STORIA DI DUE STORIE: CARLO SCARPA / ALDO ROSSI  

coordinamento di Vincenzo D’Alba, Antonio Labalestra, Francesco Maggiore, Lorenzo Pietropaolo, Domenico Rinaldi, Lino Sinibaldi 

  

MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE 2007 ORE 10.00 AULA MAGNA ‘ATTILIO ALTO’ POLITECNICO DI BARI 

Proseguono al Politecnico di Bari i “contributi esterni" ai corsi di Storia dell’Architettura e di Storia dell’Arte Contemporanea, per le facoltà di Architettura e di Ingegneria. L’incontro con Manlio Brusatin rappresenta l’occasione per mettere in parallelo e far convergere discipline come l’arte, il design e l’architettura. La conferenza di M. Brusatin, a partire dal suo recente libro “Arte come Design”, pubblicato da Einaudi, affronterà le tematiche progettuali e teoriche dell’opera di Carlo Scarpa e di Aldo Rossi, figure emblematiche dell’architettura del XX secolo. In un’esposizione, allo stesso tempo scientifica e autobiografica, le riflessioni sul sistema delle arti e dell’architettura verranno accompagnate dalle testimonianze dirette sulla personalità dei due grandi maestri, soprattutto in rapporto alla scuola di Venezia. Le loro poetiche, così differenti e spesso contrapposte, sembrano riannodarsi nella comune attenzione verso il disegno degli oggetti di uso quotidiano. Per Carlo Scarpa questo interesse appare inevitabile e peculiare, data la predisposizione al dettaglio; in Aldo Rossi, al contrario, la volontà e la capacità di controllare fino al particolare sembra cedere il posto ad una visione astratta e pura, in cui l’oggetto si presenta conseguentemente in platoniche forme e volumi. Per questo, mentre gli oggetti scarpiani collimano e coincidono con una naturale idea di uso, quelli di Aldo Rossi, nell’esaltazione del loro valore figurativo e rappresentativo, evocano piuttosto una paradossale ergonomicità e “distanza”, quasi a richiamare le nature morte di F. de Zurbaran, Le Corbusier, G. Morandi.  

Si può inoltre osservare come in Carlo Scarpa, il design diventando passo obbligato e imprescindibile per il completamento dell’architettura, si presenti nelle forme di un decorativismo funzionale in grado di esorcizzare quelle inibizioni spesso imposte da una superficiale lettura razionalista. Diversamente, in Aldo Rossi il design non è direttamente collegato alla costruzione ma alla rappresentazione dell’architettura. Nei disegni di nature morte le forme degli oggetti raffigurati assumono spesso la matericità dei volumi architettonici, divenendo così espressione e metafora dell’architettura stessa. 

Attraverso tali convergenze disciplinari si comprende sempre più l’inevitabile “territorio delle contaminazioni”, ormai riconosciuto nella celebre frase “dal cucchiaio alla città”, sul quale numerosi architetti hanno operato. (D’Alba, Maggiore) 

Manlio Brusatin (1943) si è laureato in architettura con Carlo Scarpa, allo Iuav di Venezia. Ha insegnato al Dipartimento di Conservazione dei Beni Culturali di Ca’ Foscari e alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano, dalla loro fondazione. 

Presso la Facoltà di Architettura di Alghero ha coordinato l’apertura del corso di laurea in Design per l’anno 2007-2008.  

Nel corso dei suoi lavori è venuto delineando una storia critica delle forme che ne investiga la dimensione tecnica e il significato creativo, in una trilogia tradotta in più lingue: Storia dei colori (1983), Storia delle immagini (1989) Storia delle linee (1993). Con i saggi: Arte della meraviglia (1986) Arte dell’oblio (2000) e Colore senza nome (2006) ha indagato su aspetti di storia delle idee e dei sistemi comunicativi delle immagini in quanto suggestione-percezione-ricezione-obliterazione. Il saggio Arte come design (2007) individua il rapporto design/arte contemporanea mettendo il relazione soggetto/progetto/oggetto.  

Ha collaborato a varie Biennali di Venezia delle Arti, dell’Architettura e del Teatro tra cui in particolare l’ideazione e allestimento con Paolo Portoghesi della prima mostra del postmoderno: La presenza del passato (1980) e con Jean Clair l’esposizione internazionale per il Centenario della Biennale: Identità e alterità: Le figure del corpo (1995).  

Ha esperienza internazionale sul tema del “Colore”: Storia dei colori (nuova ed. 1999), Lezioni sui colori (2 ed. 2005) e voce Colori e teoria (Garzantina, Arte, 2002) argomento sul quale ha tenuto lezioni, conferenze, seminari in fondazioni, musei e università. Al presente lavora per proporre una Carta del Colore in relazione alla codifica delle ricerche per i nuovi piani qualitativi delle città d’arte. 

FONDO FRANCESCO MOSCHINI ARCHIVIO A.A.M. ARCHITETTURA ARTE MODERNA PER LE ARTI, LE SCIENZE E L’ARCHITETTURA